Francesco Lodi e la sua 'Tornarci sarebbe un sogno'

Il legame con la sua città, lo intuisci solo parlandoci. Il perchè presto detto: Francesco non si tira indietro nel parlare di argomenti "difficili" con una semplicità impressionante. Regalando una parentesi fiabesca a chi è cresciuto tirando più o meno in maniera maldestra un "SuperTele" sull'asfalto. "Per me, quando ero piccolo, la giornata iniziava e finiva sotto casa, col pallone tra i piedi, in mezzo alla strada. E lo consiglio a tutti i bambini che amano questo sport: giocate a pallone in strada, trovate i posti più incredibili e impensabili dove giocare. Perchà è là che si imparano i trucchi, i numeri, il sale di questo sport. E' così che si scopre la furbizia buona del calcio. Ancora oggi, quando torno a Napoli, vedo i miei nipotini che aspettano la chiusura dei negozi. E quando le serrande sono state abbassate, sai che partite..".

In un'intervista rilasciata mesi fa Lodi aveva dichiarato di non aver mai condannato suo padre per la sua attività di vendita di sigarette di contrabbando intrapresa in passato e sospesa dopo qualche tempo. "Chi mi ha condannato probabilmente non conosce alcune situazioni ed esigenze che si vivono in una città come Napoli, grandissima e con tanti problemi di lavoro. Perchà avrei dovuto condannare mio padre, che ha deciso liberamente di svolgere un'attività del genere per permettere ai suoi otto figli di crescere? Sì, qualcuno potrebbe obiettare che esistono altri lavori, ma a questa gente dico che lui era già avanti con l'età e non poteva riuscire a sostenere certi tipi di impiego. Non riesco a condannarlo, perchà tutto quello che ha fatto è stato frutto della sua volontà di dare un futuro ai suoi figli. Non ha nà ucciso, nà fatto il delinquente. Capisco che al Nord qualcuno possa storcere il muso, ma sono anche consapevole dei tanti problemi quotidiani che vive la gente di Napoli".

Gente che, magari già dal prossimo giugno, potrebbe essere "sua" anche a livello di tifo. "Ah, per me sarebbe un sogno, ma sono le due società a doverne parlare". Qualcosina vorrà dire, no?

FONTE : calcionapoli1926