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venerdì 21 dicembre 2007

Novellino: "Occhio a Lavezzi"

Soddisfatto, Novellino. Il successo sulla Roma in coppa gli ha restituito un Toro su di giri. Soprattutto, gli ha restituito un Recoba straordinariamente in forma. Una sorpresa? «Non per me. Recoba lo conosco bene e non da ieri». Sarà l’arma in più contro il Napoli domenica? «Si vedrà. Cert’è, quando sta bene fa la differenza». Chi di sicuro non sarà sul prato è Novellino. «Questa squalifica è la punizione più amara che mi potesse capitare.

Mi dispiace molto non poter essere in panchina al San Paolo, ma ancora di più mi dispiace essere stato giudicato senza aver avuto la possibilità di far sentire le mie ragioni al giudice sportivo». Il Napoli, dunque. Che ne pensa? «Ottima squadra. Ma lo penso davvero. Non è facile rimettere piede in serie A dopo un po’ di tempo e farsi immediatamente rispettare». Qual è la forza del Torino? «Belle individualità e grande razionalità tattica. Quando le due cose si sposano anche la mia squadra fa paura a tutti».

E la forza del Napoli? «Ha trovato una identità precisa giocando con la difesa a tre. Poi ha calciatori tecnicamente assai dotati». Dovesse fare tre nomi? «Hamsyk, Gargano e Lavezzi. Li trovo straordinari tutti e tre». E fra i tre chi è quello che il Toro dovrà più tenere d’occhio? «Tutti. Ogni calciatore è importante nel proprio ruolo. Certo, però, Lavezzi ha un’arma straordinaria: la velocità». Sedici punti, solo due vittorie e dieci pari per questo Torino. Nessuno ha pareggiato tanto in serie A. «Più d’una volta non siamo stati fortunati. Non fosse stato così, almeno tre di quei pareggi sarebbero stati dei successi».

Insomma, classifica bugiarda. Ovvero, il Torino oggi potrebbe avere sei punti in più. Ventidue. Giusto come il Napoli, è così? «Diciamo che potremmo avere qualche preoccupazione in meno. Ma ci rifaremo». A cominciare da quando? «Da subito. Vogliamo conquistare punti. Anche a Napoli, certo. Sarà il nostro obiettivo». Napoli. Qual è la prima cosa che le torna in mente? «L’emozione che dà il San Paolo e poi l’affetto della gente per la squadra. Un pubblico, una città che sanno farti sentire assai importante.

Chi facendo calcio non è passato per Napoli non potrà mai sapere quello che di bello s’è perduto». Il Toro e il Napoli. Due simboli del calcio, ma d’un calcio forse vissuto in altro modo. Qual è la differenza? «Il Torino è alla ricerca di una storia antica. I trionfi del Napoli, invece, sono più recenti. Più che una differenza, però, vorrei cogliere un dato che è comune: la passione dei tifosi per le squadre. Forte e sincera».
(Il Mattino)

FONTE : calcionapoli1926

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