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lunedì 14 aprile 2008

Spettacolo e gol, il Napoli torna grande


Se il fine d'una squadra di pallone è quello di far divertire, ebbene il Napoli ha fatto il suo dovere. Perché ha offerto un secondo tempo scoppiettante, perchè è andato in gol due volte e perché ha messo in tasca altri tre punti. Quelli del sorpasso all'Atalanta e d'un nono posto che riempie d'eccellenza il campionato. Sì, gran secondo tempo quello degli azzurri. Tanto da far sbiadire - e meno male - il ricordo d'una prima metà gara avara di tutto ciò che è calcio vero. In avvio e per tutto il primo tempo, infatti, il Napoli s'appiattisce sulla partita che vuole l'Atalanta. E commette un paio d'errori: tiene Mannini troppo basso - eppure ogni volta che l'esterno parte per Padoin e Bellini sono dolori - e sopporta un Lavezzi che tutto fa tranne che l'attaccante. Il che priva l'attacco d'ogni forza e abbandona Calaiò ad un misero destino. Un tiro, un'occasione e basta per gli azzurri. Ma Lavezzi a due metri dalla riga spara su Coppola che fa la sua bella figura. Di contro, due destri di Tissone che festeggiano il ritorno di Iezzo. Pure lui preciso e attento. Va in pensione così, il primo tempo. Senza emozioni e senza rimpianti. Poi... poi quando si ricomincia, meglio, dopo un quarto d'ora, cambia tutto. Dopo Pazienza (in campo per il febbricitante Blasi) entra il Pampa. Lui dentro e fuori, mestamente, Calaiò accompagnato, sì, dall'affetto della gente, ma con la medaglia del perdente. Ed è così che la partita cambia. Tutto merito di Sosa? Beh, sì se per merito s’intendono le sue caratteristiche, il suo modo di giocare, di creare spazio e d’esaltare così pure Lavezzi. Infatti, all'improvviso il Napoli ritrova il ritmo e la profondità, la rotondità del gioco sulle fasce e, quando occorre, la potenza della percussione in verticale. E poi, Lavezzi tratta Sosa in maniera diversa da come aveva trattato sino a poco prima Calaiò: gli sta vicino, cerca la giocata, l’intesa, lo scambio e ci riesce. Accelera, il Napoli. Alza il tono della gara e contro l'Atalanta - già mancante di Doni e di Langella - il gioco è fatto. Combinazione Sosa-Lavezzi - guarda un po' -, Coppola fa quello che può, ma Hamsik, lasciato colpevolmente tutto solo non perdona. Sissignori, quattro minuti dopo il cambio il Napoli diventa padrone anche del risultato. Sosa e Lavezzi inventano e lo slovacco mette il timbro. E non finisce qui. L'Atalanta accusa il colpo, traballa, non resiste e il Napoli passa un'altra volta. Stavolta la combinazione è tutta sudamericana: Gargano-Sosa e poi cross del Pampa che lo scugnizzo d'Argentina mette in porta. Piede, mano, carambola, gol. Per l'arbitro va bene e se va bene a lui va bene a tutti. Tant'è che timide e indecise sono le proteste nerazzurre. D'ora in avanti è solo divertimento. In campo una squadra sola. Che più o meno fa quello che vuole, mentre l'Atalanta smarrisce anche le più semplici delle geometrie. Funzionano - e come -, invece, le aperture di Gargano che cerca spesso Mannini sulla destra; funzionano le ripartenze centrali dell'uruguaiano; mettono in crisi l'Atalanta le sponde di Sosa che difende e attacca, che tiene palla, che asseconda bene il modello tattico che Reja predica con successo sin dai tempi della serie C. E per poco Sosa alla fine non fa pure gol. La palla è buona, ma sbaglia di suo tirando come peggio non potrebbe. Ma conta poco, ormai. L'offesa dell'andata è vendicata, mentre Reja gongola pensando d'aver messo sotto anche Del Neri. Proprio quel suo amico che qualcuno aveva indicato come suo erede sulla panchina azzurra. Piccole soddisfazioni. Strani giochi del destino. Come quello che probabilmente ha cancellato ogni possibilità di coesistenza tra Calaiò e Lavezzi là davanti. Per quest'anno e forse, chissà, anche per il futuro.
FONTE : Il Mattino

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