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venerdì 22 febbraio 2008

Lino Banfi: "Reja, prepara il modulo spina di pesce"

Lino Banfi diventa Oronzo Canà e cambia volto alla squadra: "Io, consulente tecnico e ittico, posso fare anche la spesa"

Ce l’ha con De Laurentiis. «Anche se l’ho conosciuto da reghezzo e i suoi grandi zii Dino e Alfredo mi hanno insegnato le cose buone di Napoli e della sua cucina. Aurelio non vuole lasciarmi mano libera». Oronzo Canà, 71 anni splendidamente portati come il fratello gemello Lino Banfi, che cominciò a Napoli la carriera di attore mezzo secolo fa, aspetta un segnale dal presidente del Napoli per correre a Castelvolturno e risollevare le sorti della squadra. L’allenatore nel pallone non farebbe un torto a Reja, però e non verrebbe mai a scippargli la panchina perché, nonostante tutto, Canà è un signore. «Reja è un bravo collega e, naturalmente, resterebbe al suo posto. Io sarei il consulente tecnico e ittico, perché tutti i giorni dovrei anche occuparmi della spesa al mercato del pesce. Non faccio perdere il posto a nessuno, chieda pure a Capello». Cosa è successo con Capello? «In Inghilterra pensano che il modulo five-five-five lo abbia inventato lui. Facciano arrivare alla regina Elisabetta la notizia che il cinque-cinque-cinque è la mia grande idea. L'ho creato io alla Longobarda». Dopo due sconfitte di fila il Napoli è in crisi. «Bisogna intervenire, a cominciare dalla dieta». Più carboidrati e zuccheri? «Più zucchine alla scapece, più friarielli e un bel po' di cozze pelose, fatte arrivare apposta dalla Puglia, che fanno così bene ai calciatori. E poi le regole di comportamento». A letto presto? «A letto e basta. Non bisogna proibire ai reghezzi di fare l'amore durante la settimana perché il sesso dà la carica. Astenersi solo il sabato». Reja, dopo la sconfitta in casa con l'Empoli, ha portato la squadra in ritiro. Concorda? «No, perché è come scaricare sui giocatori: mo' so chezzi vostri... Bisogna fare il ritiro del cervello e far capire a questi reghezzi che devono vincere per una grande tifoseria. Io dico sempre che la Roma è una donna affascinante perché ha belle curve. A Napoli non solo quelle sono belle». Si discute sul modulo del Napoli: 3-5-2 o 4-3-2-1? «Io sono per l'1-3-4-3. È una mia vecchia battaglia. Ci si dimentica sempre del portiere. Ma cosa accadrebbe se un giorno ci fosse l'ammutinamento dei portieri, infuriati perché non compaiono mai nei numeretti dello schema?». Domenica prossima come va affrontato il Livorno? «Con la spina di pesce e il cucchiaino da dessert». Cioè? «Spina di pesce: correre a zig zag per tutto il campo, anche se non è necessario, serpentine veloci che disorientano gli avversari, ma questi qui che chezzo fanno? Cucchiaino da dessert: invece di fare un passaggio normale il pallone deve essere alzato al di sopra della testa dell'avversario. Infine, un suggerimento importante anche per la barriera: deve cambiare predisposizione quando ci sono le punizioni». Può chiarire? «Invece di mettersi di fronte al tiratore, i giocatori si devono posizionare di spalle e guardare con il capo leggermente girato l'avversario. Al massimo viene un po' di torcicollo o un dolore al sedere se arriva la pallonata». Canà aspetta solo la telefonata di De Laurentiis. «Sono pronto. Presto andrò in Argentina per consultare Maradona e farmi raccontare qualche segreto sullo spogliatoio del Napoli. A proposito della squadra, c'è una cosa che dicevo sempre a Coverciano». Può ricordarla, signor Canà? «Reghezzi, mi raccomando, diamo una meno a Napoli. Mi avranno capito male: invece di una mano hanno dato sempre di meno alla città». Dove arriverà il Napoli con la supervisione di Canà? «Ecco il mio piano: Champions League, una o due coppe Italia e lo scudetto. In quest'ordine». Come va con la Longobarda? «L'ultima volta siamo stati a Modena. Prima della
partita i dirigenti avversari mi hanno regalato l'aceto balsamico. Non era un tentativo di corruzione, ma io sono un buono e ho detto ai reghezzi: basta l'1-0. Hanno capito male: abbiamo perso 1-0».

FONTE : tuttonapoli

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