Dove sarebbe il Napoli se avesse valutato meglio Calaiò, invece di preferirgli tanti altri, compreso l´anziano e più lento Sosa? Con i due di ieri sono 40 i suo gol nel Napoli. Reti che non si trovano per caso. Né bisogna essere altissimi per segnare di testa. Bastano altre virtù: acrobazia, agilità, intuito. La prima va rivista alla moviola, per capire quanto sia stato svilito questo bomber dai nervi fragili, certo, ma dal talento sontuoso.
Calaiò svicola in un labirinto, fila fra tre avversari per essere in quell´istante a quel punto e girare in rete di testa. Merito suo se per il secondo si è anche saputo smarcare in piena area. Si può infierire con un´altra domanda: visto che ha segnato nel finale il gol della
vittoria più preziosa dell´anno, è stato giusto sostituire tante volte Calaiò a scena aperta? Se questa è eccessiva, un´altra a Reja va proposta ed è un dovere della società rivolgergliela: quanti sono i giocatori gettati nel sacco della beneficenza come stracci lisi, tra i tanti che figurano nel libro paga del Napoli? È sicuro Reja di poterne fare a meno?
La vittoria di ieri va letta in controluce. Si colgono significati interessanti. Il lieve ma evidente progresso atletico rispetto alla disfatta con l´Empoli dimostra che il ritiro non migliora i rapporti interni, ma le condizioni individuali di forma. Accade quando i giocatori sono giovani e acerbi, facili alle tentazioni, gestiti male. Il ritiro li ha ricondotti ai canoni di una vita da atleti.
Reja è tornato al suo modulo. Solo un allenatore folgorato da autostima e ottimismo poteva pensare di cambiarlo nel giro di una settimana. Passare dal 5-3-2 al 4-3-3 era impossibile. E l´Empoli l´ha dimostrato. La formula nuova esige florida condizione fisica, il Napoli era invece spento. Soffoca poi le squadre con giocatori che chiedono spazi ampi come Lavezzi, Zalayeta, Hamsyk.
Questa velleità fu resa paradossale quando al posto di Hamsyk, con la squadra in dieci, fu schierata una terza punta (Sosa) poi una quarta (Calaiò) consegnando così all´Empoli centrocampo e tre punti. Errori ne fanno tutti. Povero Livorno con Camolese. Toglie il migliore dei suoi, Vidigal, e non si accorge di aver schierato male due centrocampisti: De Vezze troppo basso e Pulzetti troppo largo.
Ha stavolta consegnato lui il centrocampo a Gargano e Blasi. Aveva tenuto in panchina poi quella furia di Diamanti, che il Napoli nel finale ha subìto oltre misura. Non doveva entrare Pazienza, ma un difensore (Grava) per marcarlo fisso, come bene fece proprio Reja con Morfeo contro il Parma. La vittoria rimette tutto il Napoli in corsa e qualche tipetto in riga.
I divi Zalayeta e Lavezzi ora sanno che Calaiò non è la comparsa umiliata per troppo tempo. Ma un protagonista con 40 gol che chiedono rispetto.
FONTE : Repubblica
WEB-TV NAPOLISTREAMING
lunedì 25 febbraio 2008
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